Ho visto nel cortile di una casa vicina alla mia una copertura di lastre ondulate di amianto in precarie condizioni, possono essere pericolose? Nessuno creda che il problema dell’amianto sia acqua passata, il pericolo si annida in maniera subdola in aree dismesse, fabbricati pericolanti, controsoffitti deteriorati e tante altre situazioni. La vergognosa messa al bando solo ventisette anni fa (L. 257/1992) e dopo tanti morti, di un materiale di cui era nota la pericolosità sin dagli anni cinquanta, non ha posto fine alle tragiche conseguenze. Oggi il fronte del problema è nei siti dove persiste l’amianto e la proprietà non se cura o, peggio, lo abbandona o smaltisce in modo irregolare. Il proprietario di immobile interessato dalla presenza di asbesto deve segnalarlo sempre alle autorità competenti. In Piemonte la L.R. 30/2008 stabilisce che i soggetti pubblici e i privati proprietari di edifici, impianti, luoghi, mezzi di trasporto, manufatti e materiali con presenza di amianto o di materiali contenenti amianto comunichino tale presenza all’ASL competente per territorio. In mancanza chiunque può rivolgersi all’Asl ai Vigili urbani, al Nucleo ecologico e tutela ambientale dei Carabinieri oppure, anche via Internet alle associazioni di settore. In alcuni casi è possibile la segnalazione anonima al fine di evitare il sicuro conflitto con il proprietario del sito segnalato. Segnalando si contribuisce all’attivazione dell’intervento dell’Arpa per il rilevamento dell’eventuale presenza di fibre nell’ambiente e per la determinazione di eventuali interventi sul manufatto in amianto. L’amianto friabile va eliminato, quello pericoloso incapsulato, quello compatto monitorato. Quando ci si accorge della presenza di amianto, specie se in cattive condizioni o allo stato friabile, segnaliamo senza paura. L’asbesto provoca mesotelioma pleurico o peritoneale, tumori sempre fatali, che emergono anche dopo 25-30 anni dall’inalazione di fibre.