Da circa due anni percepisco una busta paga più alta. L’azienda sostiene che sia un errore nel calcolo di un premio produttività e rivuole il denaro indietro, è possibile?
In verità non la questione non è di soluzione immediata, occorre capire in quale voce stia l’errore e se è realmente di calcolo oppure no. Quando, per un lasso considerevole di tempo, e due anni lo sono, si riceve in busta paga una somma in più, semplicemente a titolo di retribuzione, la giurisprudenza è incline a determinare l’acquisizione del surplus nella busta paga maggiorata come diritto del lavoratore, dunque può non doversi restituire. La ratio è quella di ritenere il sovrappiù come aumento tacito, una sorta di superminimo/aumento, riconosciuto al lavoratore tacitamente durante il rapporto di lavoro. Diverso è se l’aumento in busta sia determinato da errori materiali di calcolo, ad esempio del consulente che si occupa della redazione dei cedolini paga. Può accadere infatti che su alcune voci del cedolino, anche se contrattualmente riconosciute al lavoratore, vi sia una errata applicazione della tassazione e/o dei contributi previdenziali. In questo caso il tipo di errore, rilevabile direttamente dalla lettura della busta paga, non potrà mai essere considerato un tacito aumento a favore del dipendente ed il datore avrà diritto a conseguirne la restituzione. Se le somme vanno restituite si porrà un secondo problema: se l’errore è ripetuto per molti mesi si può dare il caso di importanti differenze a debito del lavoratore, somme che potrebbe non avere a disposizione. L’azienda dovrà, per buon senso procedere ad una trattenuta mensile e non potrà pretendere la restituzione dell’intera somma a stretto giro avendo essa stessa dato corso all’indebito retributivo. Si deve aggiungere che per le somme frutto di errore, anche materiale di calcolo, versate al lavoratore da oltre cinque anni, cade la prescrizione del diritto di restituzione in capo al datore di lavoro.
Buongiorno,ho un problema da Porli,io lavoro nel settore giardinaggio pubblico,(fidelizzato)Subentrata la ditta in questione ho fatto i primi 4 mesi a tempo determinato,da gennaio 2020 a oggi indeterminato,sino al mese scorso prendavamo io e vari colleghi in busta paga in confronto a altri colleghi soldi in più anche 300/400€ di differenza.Questo problema è stato segnalato dopo i primi mesi del 2020,il consulente affermava che non c’era nessun errore.Un mese fa l’azienda dopo 2 anni e mezzo che percepivamo i soldi in più,ci chiede la restituzione dei soldi dati in più.Dicono che nel passaggio da determinato e indeterminato il consulente non ha eliminato il terzo elemento,a mio avviso in confronto ad altre ditte precedenti avevo un aumento di 100€ circa,è quasi il triplo delle trattenute..io infatti pensavo che davano si il terzo elemento ma lo levano poi nelle trattenute…Ci chiedono oggi la restituzione..Leggendo su internet,penso e chiedo a Lei se non sia ormai un diritto acquisito,d’atto il tempo di 2/5 che sono passati.Poi se devo restituire la somma,chi mi paga i danni che ho avuto per avere il reddito più alto?Ho dovuto restituire il Bonus Renzi,assegni familiari diminuiti,concorsi che sto facendo sono degli ultimi in graduatoria per via del l’isee alto,addirittura un concorso molto importante non ho potuto partecipare perché avevo l’isee superiore al max..Le chiedo e tutto questo chi lo paga?Grazie
Cordiali saluti
Cristian