Non trovo un accordo per dividere l’eredità di mia madre (un appartamento). Ne vorrei la metà, mio fratello dice che non si può dividere. Continuando a litigare la casa finirà all’asta?
La divisione in natura del bene immobile comune è lo specchio del diritto di ciascun compartecipe sulla cosa in funzione della quota, che si converte, al momento dello scioglimento della comunione, nel diritto ad ottenere la propria porzione. Senza un accordo è inevitabile finire in Tribunale e qui la divisione in natura rappresenta la regola, la prima soluzione vagliabile, ma è attuabile solo a certe condizioni. Solo se dividere in natura è impossibile, scattano le alternative dell’assegnazione ad uno dei condividenti, salvo conguaglio per gli altri, o la vendita giudiziaria a terzi. Ma quali sono i limiti in concreto alla divisione in natura? La tutela dell’interesse dei condividenti ed il concetto di comoda divisibilità della cosa. Per essere possibile dividersi materialmente un immobile l’idoneità a smembrare la cosa in autonome unità funzionali deve potersi raggiungere con spese non esorbitanti e senza notevole pregiudizio per il valore economico del bene L’originaria distinzione in più unità catastali non è di per sé decisiva. La divisibilità va quindi accertata caso per caso e la valutazione è squisitamente tecnica. Il quesito sulla divisibilità è infatti il primo posto dal giudice al consulente tecnico che questi incarica in sede di divisione. E’ valutato comodamente divisibile l’immobile il cui materiale frazionamento in porzioni suscettibili di autonomo e libero godimento, non aggravi le medesime di eccessivi pesi, servitù e limitazioni In più la divisione non deve incidere sull’originaria destinazione del bene e deve comportare eccessivo deprezzamento del valore delle singole porzioni rispetto al valore dell’intero. Evitare la vendita significa quindi avere un immobile effettivamente divisibile oppure rilevare l’uno la quota dell’altro oppure, in ultima analisi, vendere privatamente e ripartire il ricavato.