La casa del mio vicino dal 1995 ha una finestra con grata fissa che dà sul mio cortile. Né io né il precedente proprietario abbiamo mai autorizzato l’apertura, l’abbiamo tollerata per quieto vivere. Oggi i rapporti sono ai minimi termini e vorrei fargliela chiudere, ma lui sostiene di aver usucapito la veduta, è vero?

L’aspetto e le funzionalità di un’apertura possono essere determinanti per definirla come veduta oppure come luce. La differenza, descritta nel Codice Civile, è decisiva, specie in tema di usucapione. Affinché la finestra sia veduta occorre che permetta, non solo la inspectio ma anche la prospectio che consiste, come è noto, nell’attività di affacciarsi e di vedere e guardare, non solo di fronte, ma obliquamente e lateralmente sul fondo del vicino, in modo da consentirne una visione mobile e globale (Cass. n. 5421 del 08.03.2011). La veduta diretta deve rispettare la distanza di 1,50 mt tra il confine del fondo altrui e la parte esterna del muro in cui insiste la finestra. L’apertura di cui si parla è dotata di grata fissa, dunque non può classificarsi come una veduta. Escludiamo l’usucapione di questa servitù. È ben possibile invece che si sia di fronte ad una semplice luce e per giunta irregolare. L’irregolarità è data da fatto che la luce può essere posizionata unicamente ad una altezza minima dal suolo di 2,50 mt se essa è al piano terreno, e non minore di due metri se siamo ai piani superiori ed avere una grata di maglia al massimo da 3 cm quadrati. In mancanza si ha una luce irregolare. Non si può acquisire per usucapione la servitù di luce irregolare in quanto, secondo l’art. 902 c.c. il proprietario del fondo confinante ha il diritto di richiedere, in ogni tempo, che sia adeguata alle disposizioni (le misure di cui appena detto) relative alle luci, o che sia chiusa ove non sia possibile ricondurre a conformità la stessa. Nella specie si potrà chiedere di spostare la luce all’altezza prescritta e di ridurre le maglie della grata nella misura prevista. Chiaramente se il proprietario del fondo su cui insiste l’apertura non si conforma alle richieste di regolarizzazione, è possibile richiedere in giudizio la chiusura della luce.