Mia nonna ha fatto ricorso contro il diniego dell’accompagnamento da parte dell’INPS, purtroppo è deceduta prima della visita medico legale disposta dal Giudice , cosa possiamo fare noi eredi?
Dal 2012 per fare ricorso contro le valutazioni negative dell’Inps il richiedente deve attivare tramite avvocato la procedura ex art. 445 bis cpc per accertamento tecnico preventivo. Il procedimento accerta la presenza del requisito sanitario per ottenere l’indennità di accompagnamento. In casi dubbi è consigliabile incaricare, a spese proprie, anche un medico specialista di fiducia (detto CTP) che partecipi nell’interesse del malato alle operazioni di perizia. Il CTP è facoltativo e, in casi nei quali la documentazione prodotta sia molto significativa, rappresenta un onere inutile. La competenza spetta al Tribunale in funzione di Giudice del Lavoro individuato sulla base della residenza del richiedente. Le operazioni di valutazione consisteranno, salvo casi particolari, in una visita presso lo studio del Consulente Tecnico nominato dal Giudice (CTU) e nella valutazione della documentazione medica allegata al ricorso. Dunque il richiedente dovrà sottoporsi a questa visita ed attendere la fine delle operazioni peritali con il deposito della perizia e la decisione del giudice. In caso di decesso della parte ricorrente avvenuto in epoca precedente alla visita medico legale occorrerà che gli eredi – naturalmente quelli che intendono accettare l’eredità- intervengano nel procedimento tramite il proprio Avvocato. Da questo momento in poti gli accertamenti tecnici – non essendo più in vita il richiedente- non saranno effettuati più sul paziente ma solo sulla documentazione medica prodotta. All’esito della consulenza tecnica il giudice stabilirà se e da quando è dovuto il beneficio agli eredi, con i relativi arretrati. Se il decesso avviene, invece, dopo la visita e non ne viene data notizia nel processo, l’accertamento e l’eventuale concessione dell’indennità in favore de cuius sarà comunque a beneficio degli eredi che potranno richiederne il successivo pagamento all’INPS.
Buonasera,
sono una signora di 47 anni e soffro di epilessia farmacoresistente con Stimolatore Vagale,ho crisi epilettiche improvvise plurigiornaliere con cadute a terra, pipì addosso ecc ecc. Ho fatto 2 crisi epilettiche con cadute molto brutte dove mi sono fatta due traumi cranici molto seri e per questo il neurologo mi aveva richiesto l’accompagnamento certificando che necessito di assistenza continuativa 24 h con Supervisione per possibili cadute a terra e alterazioni del contatto tale da rendermi inabile nelle comuni attività quotidiane della Vita. Purtroppo la Commissione Medica di Padova mi ha negato l’accompagnamento. Premetto che io ho crisi epilettiche plurigiornaliere, assumo 11 compresse al giorno, ho lo Stimolatore Vagale e a causa dell’aumento dei farmaci mi è uscita pure la psoriasi da farmaci !!
Sono stata dichiarata invalida al 100%,con inabilità lavorativa permanente, Disabilità Neurologica e Mentale, Non Collocabile, legge 104 art 3 comma 3 ma percepisco sempre e solo 286 € al mese !! Ora ho impugnato il verbale, ho fatto la visita dal CTU nominato dal Giudice il 18 Settembre 2020 e sto attendendo la sua risposta che non so quando saprò qualcosa.
Volevo chiederle se secondo lei io avrei diritto all’accompagnamento e quando saprò qualcosa.
Grazie di Cuore,
Nicoletta